Invisibili appartenenze
Autore: Dr.Cannavò Michiele
Data: 12 Novembre 2024
Invisibili appartenenze
Sentirsi soli ed invisibili in mezzo ad altre persone, non sentirsi parte di qualcosa e impazzire pur di dare un senso alla propria vita. Questo lo sto vivendo a causa di una malattia chiamata depressione. Gli ultimi cinque anni della mia vita li ho passati con il terrore di sbagliare, di non riuscire ad integrarmi con la società ed essenzialmente di non vivere. In cinque anni io sono cresciuta, ho portato a termine grandi percorsi di vita, eppure mi sento intrappolata nella mente di una ragazza che deve ancora vivere la sua adolescenza. Ora ho 21 anni e devo iniziare a pensare al futuro, a diventare una donna. Tutto ciò mi fa paura, perché non so ancora cosa voglio fare, ma al momento vorrei poter andare a dormire senza pensieri e senza stress, senza preoccuparmi di ciò che mi aspetta appena mi sveglierò. Notti insonni, mattine che non riesco ad alzarmi dal letto e musica che riempie il silenzio della mia stanza.
Piangere senza sapere il perché, paranoie basate sul nulla e semplicemente voglia di scappare da questo mondo che mi mette alla prova. È brutto scoprire che, nel momento in cui ho avuto più bisogno di un’amica, la persona di cui pensavo potermi fidare, termina la nostra amicizia tramite un messaggio.
Per lei io non mi ero resa conto della situazione nella quale mi trovavo, e quindi non dovevo ridere o scherzarci sopra, ma quando ti ritrovi su un lettino del reparto psichiatrico, l’ultima cosa che vuoi fare è piangere. Umiliazione, solitudine e imbarazzo sono le emozioni che più mi sono vicine attualmente, perché davanti agli occhi altrui sarò sempre impacciata, imbarazzante e senza valore.
La depressione ti fa provare troppe cose, ed è giusto riconoscere quando si ha bisogno d’aiuto e urlarlo al mondo. La depressione non può essere sottovalutata, troppe persone hanno lasciato la terra a causa di questo disagio, ed io ci ho quasi creduto che la mia vita non fosse abbastanza per stare in questo mondo. Solo rabbia adesso, perché desidero ricominciare, lasciando come brutto ricordo questo dolore. Mi sento di dover ringraziare delle persone, se oggi sono qui a raccontare il mio dolore, non sarei così lucida senza la terapia farmacologica e la psicoterapia, non ascoltate che dice che vi rovinano il cervello, perché a quello ci pensa già la depressione. Chiedete aiuto a dei professionisti. Grazie ai miei medici sono tornata a sognare, a pensare e a programmare il mio futuro. Lotterò ogni giorno per farmi strada e trovare quei pezzi di puzzle, smarriti o rovinati, che compongono Chiara.
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