Liberi di respirare
Autore: Dr.Cannavò Michiele
Data: 2 Agosto 2021
Il respiro è il ponte che collega la vita alla coscienza, che unisce il corpo ai nostri pensieri. Ogni volta che la vostra mente si disperde, utilizzate il respiro come mezzo per riprendere di nuovo in mano la vostra mente
(Thich Nhat Hanh)
Mi piace pensare alla possibilità di riprendere a respirare, a quella sensazione data dal rientrare in contatto a pieni polmoni con l’ambiente/altro che ci circonda dopo diciassette mesi di stravolgimenti della fisiologia del respiro.
I nostri corpi e le nostre emozioni sono stati stravolti da un ambiente pandemico e da una continua incertezza data da questo allarme persistente che ha modificato la nostra fiducia nell’altro e nella sua capacità di proteggersi e proteggerci.
Una diffidenza che ha aumentato le distanze e reso le relazioni complicate da paradigmi alterati e spesso poco decifrabili.
Per molti, dicono, non è cambiato nulla, ma per tanti altri si sono persi i punti di riferimento e la fiducia che il tempo e il contatto hanno sempre dato. Quelle coordinate geografiche, che nel mare delle relazioni, ci hanno sempre orientato e permesso di sentire/capire che intenzioni ha l’altro.
Vaccini, greenpass, deliri di onnipotenza e tanto altro hanno fatto si, a chi aveva buone reti sociali e connessioni, di non perdere il proprio posto del mondo. Un poter scrivere torno subito in attesa che tutto potesse riprendere a girare veloce e più veloce di prima.
Per tanti altri il ground (pavimento) è totalmente collassato con la frantumazione di sogni, idee, progetti e relazioni. Una catastrofe che ha alterato ogni sfumatura del loro essere nel mondo, con l’insorgere di rabbie spesso indirizzate in altro o verso altri.
Un perdere le qualità del contatto attraverso un respiro non più fluido e sicuro. Immaginate come si può vivere se siete di fronte ad un’opera d’arte e da un momento all’altro può arrivare un terremoto, pensate a come il vostro corpo è condizionato da questo respiro bloccato e terrorizzato. Apprendimenti, risonanze e godimenti sono stati tutti alterati e iscritti nei corpi con la speranza che memorie e nuove azioni presenti e future possano pian piano riparare e attutire crepe e vibrazioni di paura.
Liberi di respirare è il mio augurio per chi ha perso la fiducia nell’ambiente, per chi non riesce più ad uscire di casa perché la solitudine è diventata l’esperienza più sicura e per chi non ha cambiato nulla del suo modo di esistere al mondo.
Un ridare fiducia al proprio corpo, agli altri e alla nostra spontanea capacità di entrare in contatto con l’altro diverso da noi, ma pieno di tutte quelle risonanze che possano permetterci esperienze nuove e riparatrici. Un respirare insieme fidandosi dei principi della reciprocità e dell’empatia secondo i paradigmi relazionali che le nostre famiglie ci hanno trasmesso per generazioni.
Un’epigenetica delle relazioni che abbiamo l’obbligo e dovere di curare per il bene delle generazioni future che si ritroveranno questo evento traumatico nel loro corredo genetico.
Liberi di respirare è un mantra da riprendere giornalmente ognuno con il suo tempo e con la possibilità e umiltà di chiedere l’aiuto necessario. Spazi, natura, relazioni care, arti e psicoterapie oggi più che mai sono i luoghi che possono riabilitarci al respiro e alla consapevolezza di essere.
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